Gli ennesimi fatti di violenza fisica e psicologica, intra ed extra familiare, contro persone omosessuali che sono balzati recentemente all’attenzione della cronaca (di ieri il caso di una persona di 23 anni a Torino), evidenziano con estrema chiarezza, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che quella della omolesbobitransfobia sia da considerare non solo come una piaga sociale e un problema di civiltà, ma anche come un fenomeno che investe la salute individuale e collettiva.Infatti, i riprovevoli comportamenti violenti, discriminatori e stigmatizzanti che subiscono le persone della comunità LGBTQ+, producono inevitabilmente ripercussioni psicologiche ed esistenziali che caricano le persone di un fardello di sofferenza estremamente grave che, a volte, porta a conseguenze estreme.

Siamo convinti come CNAI che il trattare tutte le persone con equità e rispetto, a prescindere dalle loro diversità, sia condizione di civiltà indispensabile per garantire la salute e il benessere dei singoli e della comunità. Pertanto CNAI, attraverso la Sezione Nazionale IDEA (Inclusione, Diversità, Eguaglianza, Accessiblità), schierandosi con forza a tutela della salute, anche e soprattutto delle minoranze, sostiene che il tempo per la calendarizzazione al Senato del DDL “Zan”, in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere, sia ormai scaduto e che questo Paese debba dotarsi, al più presto, di una Legge che prevenga e contrasti la discriminazione e la violenza per motivi fondati sul genere, sulla diversità, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità.per informazioni: www.cnai.pro

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