Annunciamo il prossimo evento formativo organizzato da CNAI-ARLI, che si svolgerà il 17 maggio 2025 presso l’Aula magna dell’ASST Niguarda, in piazza dell’Ospedale Maggiore n.3 a Milano, dalle ore 9 alle ore 14.

RAZIONALE DELL’EVENTO
Il convegno intende promuovere una riflessione sul concetto/valore di advocacy interpretato dai vari professionisti in ambito sanitario, illustrando anche alcuni esempi concreti.
I diritti. Dal punto di vista normativo il ruolo dell’assistito ha avuto importanti evoluzioni nel tempo. L‘istituzione del Sistema Sanitario Nazionale nel 1978 e le leggi che si sono susseguite (194/1978; 180/1978; 32/2010; 40/2004; 219/2017) hanno reso la persona assistita, normativamente, sempre più protagonista nelle scelte relative alla sua salute/malattia.
I valori professionali sono gli standard professionali che sono stati condivisi all’interno delle diverse categorie professionali e che vengono promossi dai vari Codici deontologici.
Le scelte e le decisioni in ambito sanitario. Il processo decisionale è una attività che coinvolge tutti i membri del team di cura e la dimensione della sua qualità farà riferimento alla correttezza tecnica, alla sicurezza, al coordinamento e integrazione dei professionisti, nonché alla continuità dell’assistenza e al reale coinvolgimento del paziente/assistito. Sanitari e assistiti compiono, insieme, un percorso che porta a prendere una decisione relativa alla gestione di una malattia
o di un disturbo.
L’advocacy, ovvero la tutela, rappresenta un valore professionale che si inserisce anche nella cornice legislativa. I temi della tutela della persona e dei suoi diritti, della sua protezione in caso di maltrattamento, del rispetto delle sue volontà, della denuncia di abusi subiti, oltre che delle carenze organizzative che vengano riscontrate è presente nei codici deontologici di tutte le professioni sanitarie. Quindi l’etica della cura non potrà essere sufficiente se sganciata dall’etica
della tutela.
La cooperazione professionale necessaria non potrà essere la semplice somma di competenze diverse o un formale coordinamento di attività regolamentate. Invece, prevede di andare oltre una collaborazione tout court tra professionisti e di superare la divisione meramente contrattuale delle diverse competenze, facendo nascere la necessità di una costruzione di senso (sense-making) e ricordando anche che nessun cambiamento potrà essere formalmente imposto o sancito “per legge”.

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